Friday, November 28, 2008

A Presto...


Venerdì 28 Novembre 2008


Oggi abbiamo salutato:

Tamara, Veronika, Ghada e Javier.


Arrivederci a presto!!!


Lo staff della Sorrenton Lingue

Monday, November 24, 2008

Il proverbio della settimana...

Chi vuol provar le pene dell'inferno, cuoco d'estate e muratore d'inverno.


Che cosa significa?
Questo proverbio riguarda due mestieri che già sono molto duri normalmente, il cuoco e il muratore. Ma avete mai provato ad entrare in una cucina in estate? O stare un giorno intero fuori al freddo invernale a lavorare? Bene, questi due lavori possono dare un’idea di cosa sia la vera fatica e la sofferenza fisica al lavoro!





Friday, November 21, 2008

Arrivederci alla Sorrento Lingue...!


Oggi, 21 Novembre 2008, hanno ricevuto il diploma: Jonathan, Astrid ed Annette.


Arrivederci alla Sorrento Lingue!!!



Le Insegnanti e lo Staff

Monday, November 17, 2008

Il proverbio della settimana...

Quando il gatto non c’è i topi ballano.


Che cosa significa?

Si sa che quando c’è un gatto in casa difficilmente si vedono topi, al contrario quando non si ha un gatto è facile ricevere visite da questi animali!
Il proverbio, però, riguarda in la situazione in cui, in mancanza di controllo, una persona fa come gli piace. Immaginiamo, ad esempio, un posto di lavoro dove per un giorno manca il capo, tutti saranno più contenti e forse si lavorerà di meno, almeno per un giorno!

Oggi consigliamo un libro...

Oggi vi consigliamo il libro: " La solitudine dei Numeri Primi" dello scrittore italiano Paolo Giordano. Qui di seguito la recensione del libro:
I numeri primi sono divisibili soltanto per 1 e per se stessi… sono numeri sospettosi e solitari e per questo meravigliosi…”

"Nella serie infinita dei numeri naturali, esistono alcuni numeri speciali, i numeri primi, divisibili solo per se stessi e per uno."
Se ne stanno come tutti gli altri schiacciati tra due numeri, ma hanno qualcosa di strano, si distinguono dagli altri e conservano un alone di seducente mistero che ha catturato l’interesse di generazioni di matematici. Fra questi, esistono poi dei numeri ancora più particolari e affascinanti, gli studiosi li hanno definiti “primi gemelli”: sono due numeri primi separati da un unico numero. L’11 e il 13, il 17 e il 19, il 41 e il 43… A mano a mano che si va avanti questi numeri compaiono sempre con minore frequenza, ma, gli studiosi assicurano, anche quando ci si sta per arrendere, quando non si ha più voglia di contare, ecco che ci si imbatterà in altri due gemelli, stretti l’uno all’altro nella loro solitudine.

Mattia e Alice, i protagonisti di questo romanzo, sono così, due persone speciali che viaggiano sullo stesso binario ma destinati a non incontrarsi mai. Sono due universi implosi, incapaci di aprirsi al mondo che li circonda, di comunicare i pensieri e i sentimenti che affollano i loro abissi. Due storie difficili, due infanzie compromesse da un pesante macigno che si trascina nel tempo affollando le loro fragili esistenze fino alla maturità. Tra gli amici, in famiglia, sul lavoro, Alice e Mattia, portano dentro e fuori di sé i segni di un passato terribile. La consapevolezza di essere diversi dagli altri non fa che accrescere le barriere che li separano dal mondo fino a portarli a un isolamento atrocemente arreso.

“Alice Della Rocca odiava la scuola di sci”. Comincia così il romanzo. Alice è una bambina di sette anni, che non ha il coraggio di ribellarsi al padre che la vorrebbe precoce campionessa di sci e che tutte le mattine, invece di consentirle di godersi le vacanze in montagna, la trascina in un campetto, affidandola ad un maestro di sci insieme ad altri bambini della sua età. Lei si sente goffa e inadeguata, è certa di non avere alcuna predisposizione per quello sport e vive il tutto come un’orribile costrizione. Il mattino in cui inizia la vicenda le è rimasta anche la colazione sullo stomaco. In cima alla seggiovia si separa dai compagni e, complice una fittissima nebbia, cerca di liberarsi. Ma è a tal punto imbragata e imbranata, che accade l’irreparabile: se la fa addosso. Per la vergogna decide di andare a valle da sola, ma finisce fuori pista e si spezza una gamba. Continuerà a trascinarla per tutta la vita, rinfacciando al padre la sua menomazione. Mattia è una ragazzino di grandissima intelligenza con una sorella gemella ritardata, Michela. Avere sempre al fianco la sorella è fonte di costante umiliazione per Mattia. Un giorno, invitato insieme a lei ad una festa da un compagno di scuola, decide di lasciarla per qualche ora in un parco, con la promessa di tornare a prenderla. Michela sparisce in modo inspiegabile e non viene più ritrovata. Questi due episodi, raccontati all’inizio del romanzo, segnano in modo incancellabile le vite dei due protagonisti .
Alice ricava dalla sua gamba rigida un desiderio profondo di omologazione: passa l’adolescenza a desiderare di essere come le altre e a cercare considerazione e affetto. Rifiuta il cibo fino a rischiare l’anoressia per inseguire la chimera di un corpo perfetto, è diffidente con tutti perchè teme continuamente di essere respinta ed umiliata.
Mattia si immerge nello studio, ha sempre voti brillanti, ma, schiacciato dal senso di colpa per l’abbandono della sorella, si abbandona ogni tanto ad atti di autolesionismo, infliggendosi delle ferite alle braccia o alle mani . Gli si fa il vuoto attorno, tutti pensano a lui come ad una specie di psicopatico. Alice e Mattia frequentano la stessa scuola ed un giorno si incontrano ad una festa. Si scoprono simili e tuttavia profondamente divisi: come quei numeri speciali che i matematici chiamano numeri primi gemelli. Il libro descrive le storie dolorose e avvincenti di questi due giovani le cui infanzie sono state danneggiate in maniera quasi irreversibile.

Incapaci di buttarsi alle spalle un passato doloroso, Mattia e Alice vivono la certezza di essere diversi dagli altri costruendo giorno dopo giorno le barriere che li separano dal mondo.
Paolo Giordano descrive la parabola di queste due giovani esistenze attraverso parole commosse eppure lucidissime.

Il tono del romanzo cresce non appena ci si inoltra nel racconto e nelle vite dei protagonisti. Anche la sintassi e la complessità della frase si evolvono a mano a mano che i due ragazzi crescono, guidando il lettore in un percorso che conduce lentamente verso significati più acuti. Le descrizioni quasi elementari dei primi capitoli, quando le vite di Mattia e Alice devono ancora incrociarsi, lasciano il posto a una profondità di pensiero imprevedibile e inaspettata. Il linguaggio si affina, le frasi si intrecciano, i pensieri si complicano.

La solitudine dei numeri primi è un romanzo che cresce tra le mani, che parte in sordina per esplodere nel finale, è un'opera delicata e terribile allo stesso tempo in cui, al posto degli adolescenti belli e perfetti che affollano le pagine dei romanzi contemporanei, emergono due protagonisti imperfetti e marginali.

I turbamenti e le cicatrici, i fallimenti mai confessati e l’incapacità di vivere quelli che normalmente sono considerati successi si affiancano ad un altro tema: il caso, che in questo libro ha un rilievo non indifferente. Alice e Mattia s'incontrano e, in un modo che sfugge naturalmente a ogni convenzione, proverebbero pure ad amarsi. Ma ciò non si verifica anzi, non è consentito da una serie di fatti ordinari come la malattia e la morte della madre di Alice e il trasferimento all'estero di Mattia dopo la laurea.

Paolo Giordano sposta il baricentro del mondo verso l’angolo oscuro della società, facendo leva, come un moderno Galileo, sulla vita dei suoi ragazzi speciali raccontando la loro storia fatta di desideri e assenze, di dolori e perdite, di occasioni mancate e lacerazioni, di solitudini e silenzi.

Olga Stinga

Sunday, November 9, 2008

Venerdì 7 Novembre abbiamo salutato...


Venerdì 7 Novembre 2008 abbiamo salutato Rebecca: arrivederci a presto!!!
Lo staff della Sorrento Lingue

Tuesday, November 4, 2008

Il proverbio della settimana...


Cielo a pecorelle, acqua a catinelle...
Che cosa significa?

Quando gli italiani vedono il cielo pieno di nuvole a forma di pecorelle si aspettano che pioverà molto.
“A catinelle” è un’espressione che appunto significa per molto tempo, a lungo!